Genova la Superba, le 5 tappe irrinunciabili | parte prima

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genova 5 tappe irrinunciabili porto vecchio

“Vedrai una città regale, addossata ad una collina alpestre, superba per uomini e per mura, il cui solo aspetto la indica Signora del Mare: Genova”.

Francesco Petrarca 1312

Genova è una città di contrasti che nasconde una bellezza inaspettata (per chi non la conosce).

Arrivando dalla strada Aldo Moro, quel serpente d’asfalto che corre lungo il porto e che i genovesi chiamano “la sopraelevata”, lo sguardo si divide tra i grattacieli, i capannoni e le gru dei cantieri navali, fino a quando non appare la città vecchia in lontananza, oltre una curva. Ancora non è il momento di godere delle meraviglie che la città promette, tuttora nascoste dietro una quinta di navi da crociera alte come palazzi.

Tuttavia, se si guarda attentamente, si possono già cogliere brandelli di bellezza che colgono di sorpresa: una villa in stile neoclassico immersa in splendidi giardini occhieggia tra i palazzi e i pali di alimentazione della linea ferroviaria. L’elegante Stazione Marittima ottocentesca, da cui partivano le navi degli emigranti e i transatlantici, tutta bianca e rosa, sembra quasi minacciata dall’imponente ombra grigia dei vicini silos Hennebique.

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Bellezza e sciatteria vanno a braccetto, i tesori del passato si contendono lo spazio con bizzarrie moderne, al caos del traffico si oppone la pace fuori dal tempo dei  vicoli della città vecchia: contrasti che sono anche il fascino di una città che i suoi abitanti amano in maniera viscerale, con una punta di orgoglio velato di malinconia. E’ vero, Genova non accoglie il visitatore con il tappeto rosso, è una città dall’animo riservato, eppure nel 1312 il grande poeta Francesco Petrarca, di passaggio nel suo viaggio verso la Provenza, la definì Superba, e quel soprannome é rimasto fino ad oggi, testimone di una grandezza che incuteva rispetto.

Cenni storici

Fondata dai Liguri nel neolitico (V millennio a.C.), Genova è sempre stata la “porta” di scambi commerciali e culturali tra Oriente e Occidente, tra Mediterraneo ed Europa: pare infatti che il suo nome derivi dalla parola latina “janua”, porta. Abili mercanti, esperti navigatori e valorosi combattenti, i genovesi erano spiriti liberi e intorno al Mille si diedero lo statuto di Repubblica, resistendo per secoli a tutti i tentativi di conquista.

Con Andrea Doria, doge nel 1528, la Repubblica di Genova raggiunge l’apice della propria potenza: è il “secolo dei genovesi”, la città è ricca, potente, appunto superba, e le tracce di questo glorioso passato sono iscritte nell’architettura delle dimore patrizie, nelle innumerevoli torri, nei resti di capitelli e colonne inglobati nei muri, nei soffitti affrescati da celebri pittori.

Se non siete mai stati a Genova, ecco cinque tappe irrinunciabili per entrare in contatto con l’anima profonda di una città dalla bellezza sorprendente.

Centro storico – Caruggi

L’anima di Genova è palpitante di vita, e per trovarla bisogna perdersi nel centro storico, che si estende alle spalle dei portici di Sottoripa e piazza Caricamento, ovvero l’antico molo un tempo lambito dal mare, dove si scaricavano e caricavano le navi. Qui è come entrare in un’altra dimensione: il frastuono lascia spazio al silenzio, la luce accecante diventa penombra, la fretta si stempera nella quiete. Ancora una volta il contrasto che caratterizza Genova stupisce e disorienta.

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Lasciatevi andare e osservate con sguardo avido: qui vi aspettano tesori nascosti fra piazzette raccolte e stretti “caruggi”, i caratteristici vicoli che si insinuano tra alti edifici lungo il tracciato della città medievale. Camminate con lo sguardo rivolto verso l’alto, alla ricerca di spicchi di cielo tra le grondaie dei palazzi; lasciatevi conquistare dalle preziose edicole votive che fanno capolino agli angoli delle vie; entrate nei portoni per scoprire cortili, fontane, scaloni e vestiboli riccamente affrescati e decorati.

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Le chiese sono tante e tutte magnifiche, antiche e ricche di storia e arte; in certi casi il tempo e le vicissitudini umane hanno fatto sì che il tessuto urbano inghiottisse alcuni monasteri, così capita che un chiostro si trovi nel cortile di un palazzo, che il refettorio dei frati ospiti una bottega o che la cripta sia ora il caveau di una banca. E poi ci sono le Botteghe Storiche, veri e propri scrigni di tradizione e savoir-faire, luoghi in cui si respira l’atmosfera antica e autentica della città. Spesso i proprietari si susseguono da generazioni, tramandandosi i segreti e conservando arredi, attrezzature e documenti vecchi di secoli.

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La più antica è la Farmacia del Convento di Sant’Anna: per raggiungerla occorre arrampicarsi sulla Collina di Castelletto, ma non temete, c’è la funicolare del 1870 che vi trasporta senza fatica, partendo da piazza Portello. Vi aspetta la vista panoramica della città e una piazzetta che pare uscita da una veduta del Seicento, epoca in cui, in un’ala del Convento dei Frati Carmelitani Scalzi, venne allestita la Farmacia. Pavimento in marmo bianco e grigio, soffitti a volta, vetrine in noce di fine Settecento lungo le pareti e l’accoglienza di Frate Ezio, esperto erborista che dispensa rimedi della medicina tradizionale.

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Ogni commerciante o artigiano ha una storia da raccontare, come i fratelli Marcella e Valerio Diotto, Maestri nell’arte di fabbricare i “laggioni”, le piastrelle di ceramica smaltata di origine moresca, silenziosi testimoni della millenaria mescolanza di culture ed esperienze artistiche dei popoli che si affacciano sul Mediterraneo.

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Che dire poi del liutaio Pio Montanari, il cui laboratorio si affaccia sul magnifico Palazzo di San Giorgio? Pensate che il maestro ha avuto il privilegio di restaurare il violino più famoso al mondo, il “cannone” di Paganini: ma non sarà lui a raccontarvelo, schivo e intimamente orgoglioso come tutti i veri genovesi.

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Porto Antico

Il cuore della nuova Genova batte sul Porto Antico. Qui è la modernità a dettare le sue regole, con i suoi spazi ampi, l’acciaio e il vetro, le strutture bizzarre. Riqualificato negli anni ’90 secondo il progetto di Renzo Piano, accoglie, su una superficie di 230.000 mq, strutture museali, turistiche, fieristiche e di divertimento. Lontano si staglia il profilo della Lanterna, il faro più alto del Mediterraneo e simbolo della città. E poi l’Isola delle Chiatte, una piattaforma posata sopra l’insieme di vecchie chiatte, che si protende sul mare e invita a passeggiare, cullati dallo sciabordio delle onde respirando il profumo del mare.

Accanto sorge l’Acquario di Genova, il più grande d’Europa, una struttura che offre un’incredibile rassegna di biodiversità, grazie alle vasche che riproducono le condizioni ambientali del mondo intero. Emozione e meraviglia vi accompagnano nel nuovo Padiglione Cetacei, dove sembra di poter nuotare con i delfini percorrendo il tunnel subacqueo. Concludete la visita del Porto Antico con una pausa da Eataly, tempio della tradizione enogastronomica italiana, un concept-store che ha aperto negozi in tutto il mondo. Salite con l’ascensore e godetevi la vista incantevole del porto, prima di esplorare gli scaffali che riuniscono i migliori prodotti artigianali del territorio, dalle verdure alla carne, dalle paste ai sughi e alle conserve, dai dolci ai vini.

Domani la seconda parte, con Via Garibaldi e i Palazzi dei Rolli, Boccadasse e un’escursione nella gastronomia ligure, con la ricetta originale del Pesto.

Per saperne di più: Uffici del Turismo Visitgenoa.it

Leggi la seconda parte


Questo articolo è stato scritto da me e pubblicato nella versione francese sulla rivista Couleur Nice nel 2016. Potete leggere l’intero articolo qui.

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