Buondì cari amici. Di recente ha fatto molto scalpore l’inaugurazione, il 15 novembre scorso, del “più grande parco agroalimentare del mondo” a Bologna.
Il suo nome è FICO, acronimo che sta per Fabbrica Italiana Contadina. Vi invito a visitare il sito ufficiale, eatalyworld, per saperne di più su questa avventura che ha come anima e motore l’eccellenza agroalimentare italiana e l’azienda Eataly. Io oggi vorrei parlarvi di un’altra avventura, che coinvolge un aspetto che mi sta molto a cuore: il design. All’interno del parco si trovano, infatti, cinque padiglioni, definiti “giostre”, che occupano ben 1500 mq e che promettono un’esperienza interattiva e immersiva molto intensa. Il progetto è stato firmato dallo studio milanese Limiteazero con Clonewerk, azienda leader nella realizzazione di contenuti multimediali. I padiglioni esplorano cinque temi, indicati dal patron di FICO Oscar Farinetti, attraverso i quali viene raccontata la straordinaria biodiversità del territorio italiano e l’evoluzione della relazione tra l’uomo e la natura. I “nuclei narrativi” sono: l’uomo e il fuoco, la terra, gli animali, il mare e la produzione di olio, vino e birra.
Ogni padiglione rappresenta una macchina scenica complessa, che coinvolge diversi livelli di linguaggio: emozionale, spettacolare, informativo, educativo, ludico. I due studi hanno curato ogni minimo dettaglio, dalla struttura architettonica agli arredi, dalla scenografia alla grafica, dai percorsi agli elementi multimediali e interattivi, ispirandosi alla poetica e alle cromie di un grande maestro come Bruno Munari, e alle linee essenziali e alle forme organiche di Charles e Ray Eames. Quando ho visto le immagini che mi sono state gentilmente inviate, ho sgranato gli occhi di fronte alla bellezza di questo progetto, ai colori, agli spazi ampi e alla grafica accattivante.
L’uomo e il fuoco
Una palette che abbraccia tutti i colori caldi caratterizza i tre spazi circolari e avvolgenti del padiglione dedicato al fuoco, con pareti multimediali e uno scenografico fuoco-ologramma mette in scena la scoperta del fuoco.
L’uomo e la terra
Il verde pervade la “giostra” che illustra l’evoluzione del rapporto tra l’uomo e la terra, dalla nascita dell’agricoltura ad oggi. Un campo di spighe a LED ondeggia nello spazio, un braccio robotico lavora la terra, e su un tavolo interattivo si possono scoprire la storia del caffè, del pomodoro, della melanzana.
L’uomo e gli animali
Luminoso, ludico, il padiglione dedicato agli animali si rivolge ai bambini ed evita il lato non sempre idilliaco che purtroppo contraddistingue il rapporto tra l’uomo e gli animali, almeno secondo le mie informazioni. Grande spazio per le api e per il gatto, assoluto protagonista di un tavolo con proiezioni olografiche (questo mi piace assai!).
L’uomo e il mare
Forse la giostra più scenografica, e, nelle intenzioni dei progettisti, la più ecologica, visto che pone l’accento sul tema del rispetto del mare. Un’installazione – faro rivestita di monitor e sormontata da una lanterna, illustra il rapporto tra l’uomo e il mare, mentre chi vuole farsi un selfie tra le sagome di pesci e onde è invitato espressamente a farlo. Tutte le sfumature del blu accostate ai bianchi, agli ori e ai legni grezzi caratterizzano uno spazio che promette un’immersione negli abissi.
Dalla terra alla bottiglia
Il quinto e ultimo padiglione invita alla scoperta del vino, della birra e dell’olio italiani. Una macina gigante invita ad azionarla per scegliere la tecnica produttiva illustrata nel monitor. Sculture di legno a forma di bottiglia tra le quali perdersi e una sagoma dell’Italia sospesa illustra la distribuzione geografica delle colture.
La visita virtuale mi ha già entusiasmata…spero di poterci andare presto di persona e vedere da vicino questi cinque padiglioni e non solo.