Il Bauhaus, la scuola che ha cambiato il mondo

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L’incredibile parabola del Bauhaus. Nato come scuola di arti applicate e divenuto uno dei capisaldi del Movimento Moderno, ha rivoluzionato il design, l’arredamento e l’architettura.

Il Bauhaus
Carattere progettato da Herbert Bayer per il Bauhaus di Dessau, sopra l’ingresso del blocco di laboratori. Credits

Il Bauhaus, nato come scuola per le arti applicate nella Germania del primo dopoguerra, ha rivoluzionato il design e ha contribuito all’affermarsi dell’architettura moderna. Una rivoluzione che non si limita all’estetica, ma che coinvolge profondamente lo stile di vita e la visione del mondo. La sua storia, i protagonisti e i progetti del Bauhaus fanno ormai parte della leggenda.

Il Bauhaus, la nascita (1919)

La scuola Staatliches Bauhaus nasce a Weimar, in Germania, nel 1919, dalla fusione dell’ex Scuola granducale di arti e mestieri e l’Accademia di Belle Arti di Weimar. Il nome richiama la parola medievale Bauhütte, che si può tradurre come laboratorio, e deriva dall’inversione di Hausbau, costruzione di case. Il riferimento al Medioevo non è certo casuale. Uno dei punti del programma era infatti basato sulla rivalutazione dell’artigianato, e si ispirava ai principi del movimento inglese Arts and Crafts (1888-1910) di William Morris. Tuttavia, il Bauhaus non rifiutava la produzione industriale tout court.

Manifesto e programma del Bauhaus statale di Weimar, xilografia di Lyonel Feininger dal titolo Cattedrale

La Germania è un paese in pieno sviluppo industriale, allo stesso tempo legato profondamente alle proprie tradizioni. Tanto che già dalla fine dell’Ottocento fioriscono scuole per le cosiddette arti applicate, con laboratori e artisti d’avanguardia nel ruolo di docenti. Un esempio su tutte, la Deutscher Werkbund, fondata nel 1907 allo scopo di armonizzare industria e artigianato. Il suo motto, “Vom Sofakissen zum Städtebau”, ovvero dai “cuscini per il sofà alla costruzione della città”, non vi ricorda qualcosa? Se poi pensate che tra i membri c’erano personalità come Peter Behrens, Josef Hoffmann, Joseph Maria Olbrich, Henry van de Velde e Walter Gropius, potete intuirne l’importanza. E proprio Walter Gropius, fondatore del Bauhaus, scrive nel Manifesto e programma del Bauhaus statale di Weimar, con il linguaggio un po’ pomposo dell’epoca:

“Creiamo una nuova corporazione di artigiani, senza le distinzioni di classe che innalzano una barriera arrogante tra artigiano e artista. Insieme concepiamo e creiamo il nuovo edificio del futuro, che abbraccerà architettura, scultura e pittura in un’unica unità e che un giorno si innalzerà verso il cielo dalle mani di un milione di lavoratori, come il simbolo cristallino di una nuova fede”.

Il programma del Bauhaus di Weimar e il periodo espressionista

Il corso di studi era organizzato una formazione di base, che comprendeva il corso propedeutico e il corso di pittura, e in laboratori di ceramica, decorazione, lavorazione del metalli, falegnameria, tessitura, scultura e grafica. Il laboratorio di Architettura venne aperto dopo il trasferimento a Dessau.

Il Bauhaus
Il diagramma della struttura didattica del Bauhaus concepito da Walter Gropius nel 1922 e ridisegnato in italiano in occasione della Mostra Paul Klee e l’Italia. Credits

Nei primi anni prevale l’approccio espressionista, surrealista o dadaista, propugnato dal pittore Johannes Itten, titolare del corso propedeutico. Gropius esorta insegnanti e studenti a staccarsi dalle istanze delle avanguardie, perché altrimenti si sarebbero creati oggetti preziosi ma inutili. Alla fine Itten fu sostituito nel 1923 dall’artista ungherese Lászlò Moholy-Nagy, più vicino al Costruttivismo.

 Il corso di pittura è affidato a Paul Klee e Wassily Kandinsky, due figure chiave del Bauhaus, che rimasero nel corpo docente fino alla chiusura della scuola.

L’esposizione del 1923

Nel 1923 Gropius organizza un’esposizione, alla quale partecipano tutti i laboratori, e che si concretizza nella costruzione dell’Haus am Horn. Si tratta di una casa-prototipo innovativa,  progettata da Georg Muche e arredata con oggetti realizzati dagli allievi. La pianta quadrata si sviluppa attorno ad uno spazio centrale che sostituisce i classici corridoi nella distribuzione delle stanze. La cucina è modernissima, con elementi modulari, pensili ed elettrodomestici. Il bagno riflette l’influenza del movimento De Stijl, grazie al corso tenuto da Theo van Doesburg al Bauhaus nel 1922

Bauhaus Haus am Horn, 1923. Credits

Trasferimento a Dessau (1925)

Il contesto politico nella Germania degli anni Venti non è certo favorevole alle idee innovative del Bauhaus. Il clima a Weimar si fa sempre più difficile, cosicché Walter Gropius decide di trasferire la sede della scuola a Dessau, una città più aperta e tollerante. Il periodo di Dessau, che va dal 1925 al 1932, è quello che vede l’affermarsi del cosiddetto “stile Bauhaus”. Le istanze espressioniste dei primi anni e la dimensione artigianale diventano un lontano ricordo. Il nuovo Bauhaus si orienta verso il nascente razionalismo e verso la produzione in serie. 

Bauhaus – Mostra al Museo Nazionale, Poznan, 2012. Credits

Nel laboratorio di grafica Herbert Bayer crea il carattere tipografico Architype Bayer, il primo sans serif della storia. Gropius affida il nuovo laboratorio di falegnameria ad uno dei suoi allievi più promettenti. Si tratta di Marcel Breuer, uno dei padri del Movimento Moderno, che comincia a sperimentare con l’acciaio tubolare. La sedia B3, che vede la luce nel 1929, meglio nota come la sedia Wassily, è una delle pietre miliari del design.

Il Bauhaus

Anche l’architettura entra nel vortice dell’innovazione. Walter Gropius coglie l’occasione del trasferimento per progettare e costruire la nuova sede, uno degli edifici chiave del Movimento Moderno. In esso l’architetto esplicita tutti i punti programmatici della sua visione per una nuova architettura. La funzione determina la distribuzione degli spazi, i volumi, i materiali. L’estetica passa in secondo piano, affidata ad elementi modulari in vetro, acciaio e cemento. Nel 1927 nasce la sezione Architettura, tanto desiderata dal sul fondatore. Tuttavia, Gropius lascia il Bauhaus l’anno seguente per dedicarsi ai progetti urbanistici

Dopo la partenza del suo fondatore, la scuola passa sotto la direzione di Hannes Mayer, che si focalizza sugli aspetti sociali e politici. Tuttavia, nascono dissidi con l’amministrazione nazionalsocialista della città, che accusa Mayer di essere filocomunista. Nel 1930 il direttore viene allontanato e sostituito da Ludwig Mies Van der Rohe, in un clima che si fa sempre più soffocante. L’architetto godeva già di un certo prestigio, e riesce a riportare il focus sulla didattica. Sotto la sua direzione la scuola si orienta sempre di più verso l’architettura, con un carattere prettamente disciplinare. Ma il ritorno nei ranghi non basta. Nel 1932, con l’ascesa del nuovo ministro della cultura, appartenente al partito nazionalsocialista, la scuola viene letteralmente chiusa.

Il Bauhaus a Berlino e la diaspora americana 

Mies Van der Rohe non si arrende, e apre a Berlino una scuola privata, dal nome Libero istituto per l’insegnamento e la ricerca. Qui si trasferiscono studenti, professori e materiali del Bauhaus, e la scuola sopravvive senza sovvenzioni per circa un anno. Attenzionata dalla Gestapo, che ne perquisisce la sede, costretta a licenziare i docenti stranieri o ebrei, tra cui Kandinsky, la scuola chiude i battenti nel 1933

Negli anni successivi, molte delle menti più brillanti del Bauhaus emigrarono negli Stati Uniti, portando lo stile e le idee della scuola oltreoceano. Gropius e Breuer insegnano ad Harvard, Mies Van der Rohe all’IIT, del quale progetta la sede, Josef Albers e la moglie Anni sono docenti al Black Mountain College. Moholy-Nagy fonda il New Bauhaus a Chicago nel 1937. Nel 1938 il MoMA organizza una mostra dedicata alla mitica scuola, con catalogo e allestimento ad opera di Herbert Bayer.

Bauhaus-Archiv, Berlino, 1979, progetto di Walter Gropius realizzato postumo. Credits

Nel 1960 Walter Gropius, assieme ad altri ex-membri della scuola, fondano il Bauhaus-Archiv a Darmstadt, allo scopo di documentare la storia del Bauhaus. Trasferito a Berlino undici anni dopo, l’archivio ospita ormai una mole considerevole di materiale, e Gropius viene incaricato di progettare un nuovo edificio, realizzato postumo. 

Non perderti la seconda parte dedicata ai maestri del Bauhaus e alle loro iconiche creazioni.

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