Reform, l’azienda danese famosa per la trasformazione delle cucine Ikea in pezzi di design, presenta UP, la cucina in legno riciclato.
Come vi avevo già raccontato a proposito dei mobili proposti da Reform, da qualche tempo l’azienda ha avviato collaborazioni proficue con famosi designer: dopo Cecilie Manz è la volta del prestigioso studio di architettura Lendager Group, specializzato nell’architettura sostenibile e nell’utilizzo di materiali rigenerati.
Un nuovo concetto di riciclo
La cucina UP riassume egregiamente questi concetti, visto che è fatta con il legno avanzato dalla lavorazione dei pregiati parquet prodotti da Dinesen, azienda danese leader nel settore. Come spiegano i designer, Dinesen è un’azienda di alto livello che fornisce i pavimenti in legno per clienti particolari, come gallerie d’arte, ristoranti, hotels e dimore di lusso: in questi casi, si viene a creare una quantità di sfridi considerevole, per via delle lavorazioni spesso complesse.
Nell’ottica del rispetto dell’ambiente e del design sostenibile, l’idea che sta alla base del progetto della cucina UP introduce un nuovo concetto di riciclo, che può essere applicato anche ad altre tipologie di materiali, grazie ad accordi specifici tra i designer e le imprese produttrici di materiali.
Minimalismo e cura per il dettaglio
Diciamocelo: le cucine Reform sono davvero belle, sia nelle linee, così pulite ed essenziali, sia per i materiali di alta qualità ed infine per la cura dei dettagli. E sono proprio i dettagli a catturare l’attenzione, come l’incavo della maniglia letteralmente scolpito nel legno, un massello da tre centimetri, oppure nella perfezione del bordo inclinato dell’alloggiamento del lavello.
UP è completamente fatta di legno massello pregiato riciclato, ad eccezione della struttura interna, che si acquista da Ikea: Reform, che è un brand indipendente, disegna e vende i top, le ante e i fianchi, che sono perfettamente adattabili alle cucine Ikea nei modelli compatibili. I due modelli disponibili sono in rovere naturale e tinto wengé.
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