Letteralmente, Ikebana significa “fiori viventi” ed è un’antichissima arte le cui origini provengono da Cina e India, per poi diffondersi maggiormente in Giappone. Consiste nel disporre in vasi elementi naturali come rami, foglie e fiori, seguendo certi criteri
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Inizialmente questa arte era praticata soltanto dai monaci buddisti, che usavano rami allungati verso l’alto a simboleggiare l’ascesa e la spiritualità, estendendosi solo successivamente alle altre classi sociali. Da qualche decennio se ne sente parlare anche da noi, ma c’è da dire che abbiamo un ideale di bellezza molto diverso rispetto a quello del mondo orientale, dove si ricerca l’essenzialità e il minimalismo. Infatti anche le composizioni floreali prevedono l’utilizzo di pochi elementi.
Ma questa arte giapponese è qualcosa di più del mero disporre i fiori. La composizione che si crea ci collega con la natura a livello spirituale, in una devozione assoluta che ci consente di entrare in contatto con il nostro io e col mondo che ci circonda.


Come disporre gli elementi principali
Nonostante l’ikebana sia una disciplina che lascia molto spazio alla creatività di ciascuno, ci sono alcune regole base da rispettare. Si segue spesso la disposizione a formare un triangolo, perché simbolicamente rappresental’armonia tra uomo e universo.
Sono 3 gli elementi principali:
- Si inizia con quello più importante e lungo della composizione che rappresenta il cielo: lo Shin. Dovrebbe essere alto una volta e mezza il diametro del vassoio che stiamo usando e viene fissato con una inclinazione di 15° a una particolare base con spilli detta Kenzan.

- Accanto al cielo viene messo uno stelo di media altezza, detto Soe, solitamente pari a 2/3 di quello alto. Va posizionato con un’inclinazione di 45° e in modo da tendere verso il primo. Rappresenta l’uomo che appunto tende verso il cielo.

- Infine viene posizionato di fronte agli altri due e con un angolo di 75°, l’elemento più corto chiamato Hikae. Rappresenta la terra ed è circa 2/3 la lunghezza del Soe.

Alcuni stili Ikebana
Esistono vari stili dell’Ikebana, dovuti alle numerose scuole che sono nate nel corso degli anni. Il più noto e antico è il Rikka, che significa “fiori in piedi” e prevede l’impiego di 3 elementi principali e 4 secondari. Sono composizioni molto verticali e di grandi dimensioni.


Quando i fiori sono disposti in un vaso largo e basso, sempre aiutati dal Kenzan, si tratta dello stile Moribana, tra quelli nati più di recente e che infatti ha risentito più di tutti dell’influenza occidentale. Cambiano le inclinazioni degli steli viste prima e ci sono varianti e figure diverse anche all’interno dello stesso stile.


Le disposizioni in vasi alti e stretti sono chiamate Nageire e di solito includono meno elementi.


Chabana invece è lo stile più classico, tipico della cerimonia del Tè. È un piccolo vaso che prevede quasi sempre un unico fiore proprio per far sì che l’attenzione sia concentrata solo sulla bellezza del fiore.

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