L’Art Nouveau (1890–1910) si diffonde in tutta Europa e porta una ventata di aria nuova nell’ormai stanco ripetersi di stili del passato.

Siamo alla fine dell’Ottocento e in tutta l’Europa compaiono strane forme mai viste prima, linee sinuose accompagnate da delicate decorazioni floreali. Nel 1895, il commerciante tedesco Samuel Bing apre a Parigi una galleria nella quale espone gli oggetti che ha scovato dopo un viaggio a Bruxelles. Si tratta dei mobili realizzati dagli architetti belgi Victor Horta e Henri Van De Velde, e l’insegna, progettata da quest’ultimo, riporta il nome L’Art Nouveau.

Dal Belgio, dove nasce su impulso dei due architetti di cui sopra, si diffonde in Francia, con il nome di Art Nouveau, in Germania, dove si chiama Jugendstil, in Spagna, dove sarà El modernismo, Modern style nei paesi anglosassoni. In Italia prende il nome di stile Liberty, ispirandosi agli oggetti proposti dai magazzini LIBERTY & CO. LTD. La città nella quale questo stile raggiunge un livello notevole è Vienna, grazie agli artisti della Secessione. Inutile negarlo, l’arte, soprattutto l’architettura, e l’artigianato, sono in una profonda crisi. E’ evidente che questo stile viene percepito come qualcosa di nuovo, moderno e rivoluzionario rispetto agli stili del passato. Una rivoluzione che si oppone allo storicismo1 e all’eclettismo2 imperanti, ma anche al dominio della carpenteria metallica. Una ventata d’aria fresca che presto diventerà lo status symbol della nuova borghesia emergente e il codice estetico della Belle Époque.
Art Nouveau, le premesse della rivoluzione floreale
Nel corso dell’Ottocento l’architettura e, di riflesso, l’arredamento, si ripiegano sugli stili del passato, confluendo, alla fine, nell’eclettismo. Non mancano esempi di buon gusto, in certi edifici vittoriani o haussmanniani, ma l’accumulo di decorazioni sfocia ben presto nel grottesco. Un esempio, l’Opéra di Parigi di Charles Garnier, architetto geniale ma accademico.


In effetti, i progressi nell’edilizia, introdotti dallo sviluppo della carpenteria metallica, resero possibili prodezze tecniche mai viste fino ad allora. Per esempio, le proporzioni di palazzi e monumenti crescono a dismisura, in larghezza ma anche in altezza, tanto che a Chicago spuntano grattacieli in ogni dove. Il problema di questi edifici risiede nel fatto che la struttura portante non corrisponde più all’involucro. Gli architetti, una volta risolto il problema di come far stare in piedi il palazzo, si limitano a rivestirlo, nell’intento di “abbellirlo”, attingendo agli stili del passato. Un’architettura priva di autenticità, slegata dal contesto storico e culturale, tanto che le opere più genuine si trovano nel campo dell’ingegneria. Si tratta di costruzioni che esibiscono la struttura senza fronzoli intorno, come la Tour Eiffel, per esempio.

Ad ogni epoca il suo stile
In parallelo, alcuni artisti e architetti si ribellano a questa decadenza, che investe anche la produzione di arredi e complementi. Lo abbiamo visto, per esempio, nel capitolo dedicato all’Arts and Crafts, al Movimento Estetico e alla Scuola di Glasgow. Figure come John Ruskin, William Morris e Charles Rennie Mackintosh cercano una via alternativa, che riporti l’artigianato agli antichi fasti. Soprattutto William Morris, che scompare nel 1896, proprio all’apparire dell’Art Nouveau, resta il principale ispiratore del nuovo stile. L’intento che sta alla base della nuova tendenza è quello di conciliare arte e tecnica, producendo un linguaggio nuovo congeniale all’epoca.
“A ogni tempo la sua arte, all’arte la sua libertà”. Frase dipinta all’ingresso del Palazzo della Secessione di Vienna
Paradigmatici di questo sforzo, gli ingressi del metrò parigino, progettati da Hector Guimard, che uniscono la parte tecnica nel sottosuolo, con quella artistica in superficie. Forme inedite sostituiscono i finti tempietti classicheggianti o le edicole in stile gotico, esibendo la struttura metallica senza celarla allo sguardo.

Le caratteristiche della rivoluzione floreale
Uno stile dai tanti nomi, che spesso viene associato al termine “floreale”. In realtà, si tratta di una semplificazione estrema, visto che la rivoluzione floreale ha diverse caratteristiche. Certo, la decorazione biomorfa ha un posto di primo piano, ma, al di là della sua valenza estetica, veicola contenuti ben più profondi. Secondo lo storico dell’arte Wilhelm Worringer, gli elementi biomorfi, le linee fluide ed aperte sono associati all’empatia, alla fiducia, all’unione dell’uomo con la natura, in contrapposizione alle forme chiuse, geometriche ed astratte. Gli oggetti, i dipinti, le architetture Art Nouveau esprimono dunque la vitalità, la forza e il movimento, come nel motivo del “colpo di frusta”, creato da Hermann Obrist nel 1892.

Linee curve, fluide e dinamiche si accompagnano a costruzioni asimmetriche, per creare un insieme leggero ed armonioso. Iniziatori dello stile furono i due già citati architetti belgi. Analizziamo due lavori rappresentativi per mettere a fuoco in maniera esemplare le caratteristiche dell’Art Nouveau. Per questo vi rimando alla seconda parte dell’articolo.

NOTE
1 -Storicismo: tendenza sviluppatasi nel corso del 19° secolo, basata sull'imitazione dello stile delle epoche passate. Es. neo classico, neo gotico, neo medievale e via di seguito.
2-Eclettismo: tendenza sviluppatasi nella seconda metà del 19° secolo, basata sulla mescolanza degli stili del passato.